Giorgio Sandri: "Spaccarotella quante bugie..Basta violenza negli stadi" Stampa
Mercoledì 28 Aprile 2010 11:39
Giorgio Sandri, padre di Gabbo, è intervenuto alla trasmissione “Noi Biancocelesti”, in onda sulle frequenze di Radio Erre 2, in merito alle ultime dichiarazioni in una trasmissione televisiva dell’agente Luigi Spaccarotella: “Credo che la mia pazienza sia scaduta perché sentire questo individuo dire ogni volta cose diverse da quelle precedenti da due anni circa per me è diventato quasi insopportabile; questo individuo vuole passare un po’ per stupido, ma per me non è stupido è furbo, si è messo lì davanti alla telecamera oscurata con questo braccialetto tra le mani, i santini, a dire che paga le bollette, ha due bambini, una famiglia..anche Gabriele poteva avere tutto questo ma non gli è stato permesso.. Non è possibile accostare la parola agente di polizia a questo individuo. Io aspetto con tranquillità il processo d’appello che si terrà in autunno e ho fiducia, perché stiamo parlando di un individuo che ha estratto una pistola che non doveva estrarre e quello che ha fatto l’hanno visto cinque testimoni tutti attendibili e diversi tra loro e questo ancora racconta balle, è vomitevole perché non c’è rispetto, non c’è pentimento, non c’è anima..Io mi auguro che la giustizia faccia il suo cammino.”

È intervenuto anche l’addetto stampa della famiglia Sandri, Maurizio Martucci, spiegando quale sia la strategia mediatica attraverso la quale Spaccarotella cerca di ricostruire la propria immagine, raccontando una realtà ben diversa dalla verità: “ Il suo scopo è di confondere le idee all’opinione pubblica cambiando sempre la sua versione dei fatti, cercando di impietosirli con le immagini dei santi. Nella trasmissione in cui è stato invitato bisognava scavare più a fondo nella sua vita privata e mostrare le dichiarazioni in cui minacciava di morte l’ex marito della sua attuale moglie..lì si vede chi è il vero Spaccarotella”

Parlando del perdono mai ricevuto dalla famiglia di Gabbo, nonostante le numerose occasioni presentatesi, Giorgio Sandri aggiunge: “ Era ancora più semplice alzare il telefono e parlare con Daniela,la madre di Gabriele, che è quella che più soffre, la più colpita, ma questo non l’ha mai fatto. È inqualificabile questo personaggio, mi auguro che quanto prima si faccia giustizia e io non ne senta mai più parlare”

E a proposito di quante possibilità ci siano che nell’appello, ormai slittato a dopo l’estate, sia fatta veramente giustizia, e che il giudizio non sia condizionato da interventi mediatici, Maurizio Martucci interviene: “ Io credo che la magistratura debba essere scevra da ogni condizionamento mediatico. A livello di documentazione c’è l’ampia possibilità di ribaltare la sentenza nell’appello dal Tribunale di Firenze”

Franco Capodaglio pone poi una domanda delicata al padre di Gabriele, chiedendogli cosa prova ogni volta che vengono riproposte immagini e ricostruzioni di quel tragico giorno: “ La ferita è apertissima, ogni volta provo tanta amarezza e tanta rabbia perché è tutto falso..quella finta baruffa che si svolse nell’autogrill con ragazzi che si picchiavano..non è vero niente! Al Tribunale di Arezzo è emerso chiaramente che non ci fu contatto fisico. Sembra quasi un modo per farlo passare da vittima e non è giusto perché è stato ucciso un ragazzo di 26 anni che doveva crescere, doveva farsi una famiglia, fare dei figli e vedere i genitori invecchiare. Tante famiglie come noi vivono lutti di figli con gli assassini liberi e questo non può esistere in un paese civile come l’Italia”

Si parla poi del caso Raciti e del fatto che in quell’episodio siano state emesse rapidamente delle sentenze e delle condanne anche molto dure, benché il caso rimanga ancora molto dubbio su diversi aspetti; a rispondere è Maurizio Martucci: “ Il problema è che dall’11 novembre 2007 sembra che sia stato messo sul banco degli imputati non il singolo ma l’intera categoria della pubblica sicurezza e assolutamente così non è. Ciò che ha cercato di fare la famiglia Sandri, anche attraverso il libro, è spogliare la situazione da futili equivoci. La famiglia di Gabriele deve sapere comunque che accanto al loro dolore c’è una vera e propria mobilitazione popolare dal Nord al Sud, attendiamo tutti giustizia e credo sia un bel messaggio di speranza”

Per quanto riguarda la fondazione in nome di Gabriele, Giorgio Sandri afferma: “ La fondazione finalmente prenderà corpo l’11 maggio dopo una lunga burocrazia, per ricordare Gabriele e per stare vicino a tanti giovani vittime di violenza. Vorrei ringraziare gli “Statuto” per la bellissima canzone dedicata a Gabriele.. i proventi saranno tutti devoluti per la fondazione”

In chiusura un appello di Giorgio Sandri contro la violenza che sta tornando a scatenarsi negli stadi e fuori da essi, come è accaduto nel derby capitolino, nonostante negli ultimi anni la morte di Gabriele sembrava avesse unito gli ultras di ogni tifoseria: “ Credo che il calcio sia solo un pretesto per quelle 200 persone che creano violenza rispetto alle 60mila che vanno allo stadio solo per vedere la partita. A questi ragazzi voglio dire che l’importanza della vita e il rispetto altrui va al di là di qualsiasi colore, debbono preservare il loro futuro perché comportandosi così nulla di buono gli può arrivare anzi la pagherebbero anche amaramente e non ne vale la pena.. i valori sono altri e non ci si può azzuffare per una partita di calcio. Vi prego ragazzi torniamo ad essere tutti più sereni tifando la propria squadra con amore, con sentimento, con lealtà.”