Ciao Vittorio...spirito libero Stampa
Scritto da Claudio   
Venerdì 15 Aprile 2011 14:22
 

Ucciso a Gaza il pacifista rapito
Napolitano: accertare subito la verità

Il corpo di Vittorio Arrigoni trovato in un appartamento: i rapitori salafiti non hanno rispettato l'ultimatum

 
MILANO - Strangolato quasi subito dopo il rapimento. È morto così Vittorio Arrigoni, il pacifista italiano 36enne, preso in ostaggio giovedì mattina nella Striscia di Gaza da un commando ultra-estremista salafita vicino ad Al Qaeda (anche se sui siti vicini alla rete di Osama sono apparsi banner che definiscono «criminali» i responsabili della morte). Il corpo senza vita del cooperante è stato trovato in un appartamento di Gaza City dai miliziani di Hamas, al termine di un blitz condotto nel cuore della notte. I rapitori non hanno dunque rispettato la scadenza dell'ultimatum, assassinandolo diverse ore prima. Eppure, erano stati gli stessi sequestratori a fissare per le 16 di venerdì il rilascio dei loro «confratelli» detenuti, pena l'uccisione dell'ostaggio. «Questa barbarie terroristica suscita repulsione nelle coscienze civili» ha scritto il capo dello Stato Giorgio Napolitano, in una lettera inviata alla signora Egidia Beretta, mamma del cooperante assassinato. «Spero che si accertino la verità e le responsabilità su quanto è accaduto» ha detto poi il presidente della Repubblica incontrando i giornalisti. Dai primi esami sul cadavere, sembra che Arrigoni sia stato strangolato già giovedì sera (il che confermerebbe la versione di Hamas), probabilmente con un cavo metallico o qualcosa di simile, e in modo tanto brutale da lasciare sul collo anche segni con tracce di sangue. Due miliziani sono stati arrestati, mentre la polizia di Gaza è sulle tracce di una terza persona.

«RESTIAMO UMANI» - Un gruppo di una trentina di associazioni, partiti e sindacati ha organizzato per venerdì pomeriggio manifestazioni in tutta Italia per ricordare l'operatore umanitario ucciso a Gaza. «Vittorio è qui con noi»: . «Vittorio è qui con noi - spiega il blogger viola Gianfranco Mascia - lo vogliamo pensare ancora nel suo lavoro quotidiano per la pace al fianco di agricoltori o pescatori assediati e minacciati, volutamente lontano dai grandi network, dalle telecamere famose». Gli appuntamenti sono, nel pomeriggio intorno alle 16, a Roma al Colosseo, a Milano a Piazza Duomo, a Genova in Via Roma, a Brindisi a Piazza Vittoria, a Rimini a Piazza Cavour, a Lecco a Piazza Garibaldi, a Torino in Piazza Castello angolo via Garibaldi, a Napoli alle 17 davanti alla Prefettura Via Galileo Ferraris. Tra le sigle che hanno promosso le iniziative Associazione palestinesi in Italia, popolo Viola, Radio città aperta, Unione sindacale di base. «Vittorio è morto, restiamo umani» è la dedica del movimento pacifista in un presidio davanti alla prefettura di Genova. «Restiamo umani» è anche il monito con cui Arrigoni chiudeva le corrispondenze dalla Striscia di Gaza durante i giorni dell'assedio israeliano. «Governo italiano anche il vostro silenzio ha ucciso Vittorio, noi restiamo umani» si legge su uno striscione, srotolato a terra, in Piazza Montecitorio. 

LA CONDANNA DELLA FARNESINA - Il corpo di Arrigoni, che viveva a Gaza da tre anni, è stato riconosciuto nell'obitorio dello Shifa Hospital. Tramite una nota, nella quale esprime «il forte sgomento per il barbaro assassinio» e «il più sincero cordoglio alla famiglia» del connazionale ucciso, la Farnesina ha «condannato nei termini più fermi il vile e irragionevole gesto di violenza da parte di estremisti indifferenti al valore della vita umana». Cordoglio e sgomento anche da parte dei presidenti di Camera e Senato. «Condanniamo questo crimine odioso ed esprimiamo tutta la nostra solidarietà alla famiglia della vittima» ha detto alla stampa Saeb Erekat, un esponente di spicco dell'Anp.

È MANCATO IL TEMPO - Il sito israeliano di intelligence Debka avanza l'ipotesi che i rapitori del volontario italiano lo abbiano torturato ritenendolo un infiltrato dei servizi segreti occidentali. Secondo la versione di Yiab Hussein, portavoce del governo di Hamas a Gaza, l'italiano sarebbe stato ucciso «qualche ora prima del blitz». Le ricerche - affiancate dai primi tentativi della Farnesina di stabilire un qualche contatto diplomatico umanitario che non c'è stato nemmeno il tempo d'intrecciare - erano scattate nel pomeriggio di giovedì, dopo la diffusione di un video sul sequestro: rivendicato da una sigla poco nota della galassia salafita di Gaza che si ispira alle parole d'ordine di Al Qaeda, la Brigata Mohammed Bin Moslama.

IL FILMATO - Nel video il volontario italiano appariva bendato e col volto insanguinato, mentre scorreva una scritta in arabo in sovraimpressione che lo accusava di propagare i vizi dell'Occidente fra i palestinesi e che imputava all'Italia di combattere contro i Paesi musulmani e ingiungeva a Hamas di liberare i salafiti detenuti nella Striscia entro 30 ore (le 16 italiane di venerdì, appunto). Poi, nella notte, è arrivata la svolta. Dopo la diffusione del video, le indagini hanno portato all'arresto di un primo militante salafita, il quale ha condotto gli uomini di Hamas fino al covo: un appartamento nel rione Qarame, a Gaza City, che i miliziani delle Brigate Ezzedin al-Qassam (braccio armato di Hamas) hanno espugnato nel giro di pochi minuti, dopo una breve sparatoria conclusa con la cattura di un secondo salafita. Per Arrigoni, però, ormai non c'era più nulla da fare.

HAMAS - Nel condannare l'uccisione di Arrigoni, Hamas ipotizza inoltre che gli ultraintegralisti - protagonisti negli ultimi due anni di veri e propri tentativi di sollevazione - come quello represso nel sangue nel 2009 nella moschea-bunker di Rafah - abbiano sequestrato il cooperante italiano non solo per cercare di ottenere il rilascio dei loro compagni arrestati, ma anche perché ideologicamente ostili alla presenza di stranieri e "infedeli".

ERA NOTO A GAZA - Blogger e giornalista, Arrigoni era stato il primo straniero a essere rapito a Gaza dopo il reporter britannico della Bbc Alan Johnston, catturato circa quattro anni fa da un altro gruppo locale simpatizzante di Al Qaeda, l'Esercito dell'Islam, e liberato dopo 114 giorni di prigionia e lunghe trattative sotterranee. L'attivista italiano erano molto noto a Gaza dove lavorava a da tempo per conto dell'International Solidarity Movement, una Ong votata alla causa palestinese. Aveva partecipato in passato, fra l'altro, alla missione di una delle prime flottiglie salpate per sfidare il blocco marittimo imposto da Israele all'enclave dopo la presa del potere di Hamas nel 2007 seguita all'estromissione violenta dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) del presidente moderato Abu Mazen.

 

 

Ultimo aggiornamento ( Venerdì 29 Aprile 2011 14:16 )