Comunicato Curva Sud Reggina Stampa
Giovedì 12 Marzo 2009 13:00

In occasione delle presentazione del libro 11 Novembre....svoltasi nella sala ospitalità dello stadio Granillo, non hanno fatto mancare la loro presenza i ragazzi della Curva sud di Reggio Calabria, i quali hanno letto un comunicato significativo che riportiamo qui sotto:

E’ passato più di un anno, da quella tristissima domenica che rappresenta tutt’ora una delle pagine più nere del nostro calcio, e non solo. Dopo aver versato fiumi di parole, talvolta figlie dei luoghi comuni e del pressapochismo, tanta gente ha dimenticato, ha chiuso in un cassetto la tragedia consumatasi in quell’autogrill di Arezzo. Noi no. Il nostro stile, la nostra mentalità, ma soprattutto la nostra coscienza, ci impongono di conservare oggi più che mai il ricordo di Gabriele Sandri, di custodirlo gelosamente, e di pretendere giustizia. La morte per noi non ha colore, non conosce differenze e pregiudizi. La morte è uguale per tutti, o almeno così dovrebbe essere. Per questo oggi intendiamo ribadire, con forza, vigore e perché no anche con rabbia, che quanto accaduto al povero Gabriele può essere definito in un solo modo: INACCETTABILE. In noi sono vivi gli stessi sentimenti che ci animarono l’11 Novembre 2007, quando appresa la terribile notizia, ci astenemmo dal sostenere la Reggina, nonostante quest’ultima giocasse una partita fondamentale in chiave salvezza. Perché niente può avere la precedenza,  rispetto ad un ragazzo di 26 anni che ci lascia in quel modo. Tornando a quel maledetto 11 Novembre, la cosa che ci ha indignato maggiormente  è che molti cervelloni o benpensanti di turno hanno provato a gettare ignobili “cortine fumogene” sull’accaduto, a spostare il mirino sul comportamento di alcune Curve, sulle loro reazioni violente ed eccessive. Su chi ha sparato e non doveva sparare invece, ecco “mantelli di misericordia” e scudi difensivi. Ecco il silenzio…Un silenzio che fa a pugni con la giustizia, con la realtà dei fatti. Un silenzio che intendiamo respingere, combattere.
Eh già, perché la verità a volte è scomoda, e nessuno vuole ammettere che la violenza non proviene mai da una parte sola. Certamente, la morte di Gabriele nulla ha a che vedere con gli “incidenti da stadio”, ma anche su questo punto non possiamo esimerci da qualche considerazione, in quanto quel giorno lui stava andando a seguire la sua amata Lazio. Stava seguendo un ideale, una passione... E’ facile, facilissimo dire che la violenza negli stadi resta figlia degli Ultras. Scomodo e troppo rischioso, ammettere invece che spesso a sbagliare è stato anche chi doveva garantire l’ordine pubblico. Scomodo e troppo rischioso, ricordare che ci sono stati altri ragazzi, i quali hanno fatto una fine analoga a quella di Gabriele. Basti pensare al triestino Stefano Furlan ucciso da un colpo di pistola partito da un poliziotto,  o al salernitano Giuseppe Plaitano morto a causa delle manganellate ricevute. Se davvero deve sparire la violenza dal calcio, tutte le componenti che ruotano intorno ad esso devono prendersi le proprie responsabilità, fare un passo indietro. E di sicuro, la strada della repressione e dei divieti non porta a nulla. Ricordiamo ai presenti, che lo scorso anno gli Ultras Reggini avevano preparato uno striscione da esporre all’Olimpico contro la Lazio, recitante la scritta “Gabriele nel cuore”. Ebbene, la questura di Roma ci vietò di esporlo, sostenendo che “era di carta, e in quello stadio potevano entrare solo striscioni di stoffa”. Questa è una testimonianza lampante, ai nostri occhi, di come le cose continuino a funzionare male, molto male.
Aspettando che le cose cambino davvero, aspettando la scomparsa della repressione e il trionfo di giustizia e verità, ci stringiamo idealmente alla famiglia e a tutti i gli amici del povero Gabriele. Promettendo che mai nessuno di noi dimenticherà. Promettendo che Gabriele, e tanti altri “martiri volati via con una sciarpa al collo”, vivranno ogni domenica nel nostro urlo fiero e ribelle, che da quasi 30 anni prende le distanze da una società marcia e malata, ma soprattutto tristemente vuota.


CUCN ‘82 - BOYS ’86 - IRRIDUCIBILI ’88.

Ultimo aggiornamento ( Domenica 05 Aprile 2009 11:46 )