Caso Sandri, il fratello sulle motivazioni: Stampa
Venerdì 11 Settembre 2009 15:31

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Caso Sandri, il fratello sulle motivazioni:

«Sono allarmato e basito»

«Si parla di intenzione di mirare alle gomme, circostanza che non trova riscontro nelle carte processuali»

ROMA (11 settembre) - «Come cittadino sono allarmato, da addetto ai lavori rimango basito». Così Cristiano Sandri, fratello di Gabriele, ucciso dall'agente Luigi Spaccarotella l'11 novembre 2007, commenta le motivazioni della corte di assise di Arezzo alla sentenza di condanna del poliziotto a sei anni per omicidio colposo.

Sandri, il quale è un avvocato, sottolinea di non aver ancora letto materialmente il provvedimento dei giudici aretini, ma solo il contenuto delle notizie di agenzia. «Mi riservo un commento più approfondito - ha dichiarato - quando avrò in mano le motivazioni. Da quello che ho appreso tramite le agenzie devo però dire che sono allarmato e basito perché si parla dell'intenzione di mirare alla parte bassa dell'auto sulla quale si trovava Gabriele, in particolare alle gomme».

«Una circostanza, questa - prosegue Sandri - che non trova riscontro nelle carte processuali e che l'imputato non ha mai riferito. Inoltre, dal punto in cui partì il proiettile, non si vedevano le gomme. Come si fa a dire che mirò ai pneumatici? Infine sono state ignorate le dichiarazioni dei testimoni». La tesi della famiglia Sandri è che l'agente della polizia stradale puntò la pistola per colpire la parte alta dell'abitacolo. Quindi, per la stessa parte lesa, si tratta di un omicidio volontario con dolo eventuale. E tale tesi sarà riportata nell'atto di impugnazione della sentenza di primo grado.

 

Ultimo aggiornamento ( Venerdì 11 Settembre 2009 15:35 )