Registrati



Delitto Sandri - Il Libro
Foto Presentazioni Libro PDF Stampa E-mail
Mercoledì 04 Febbraio 2009 13:31

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ultimo aggiornamento ( Venerdì 06 Febbraio 2009 13:30 )
 
CASO SANDRI un anno dopo PDF Stampa E-mail
Lunedì 17 Novembre 2008 14:40
 
 
 
 
A un anno dalla morte parla Maurizio Martucci, autore del libro «11 Novembre 2007»
Storia di un depistaggio
Giacomo Russo Spena
 
 
 

Non conosceva Gabriele Sandri. Né è interno alle dinamiche del tifo organizzato. Eppure Maurizio Martucci, trentacinquenne studioso delle scienze e tecnologie della comunicazione presso La Sapienza di Roma, ha scritto un libro (edito da Sovera Editore) su quell' «11 novembre 2007». Data che dà il titolo al suo lavoro. «Questa giornata è una delle più buie e tristi del nostro paese» afferma l'autore che nella sua opera, una vera e propria controinchiesta, ricostruisce perfettamente quelle 24 ore. Che hanno portato, esattamente un anno fa, nell'autogrill di Badia al Pino (Arezzo) all'omicidio di «Gabbo», tifoso ventiseienne in viaggio con gli amici per una trasferta della sua Lazio, per mano di Luigi Spaccarotella, agente della polizia stradale.

Partiamo dai fatti che hanno portato alla morte di Sandri.

E' stata una dinamica aberrante. Pensare che un tutore dell'ordine possa far fuoco contro un'auto in movimento con braccia parallele all'asfalto e uccidere un cittadino della repubblica italiana è una cosa pazzesca. E sui fatti non ci sono dubbi.

Eppure la difesa parla di un proiettile deviato da una rete metallica.

Il proiettile, in base alla perizia tecnica, non ha tracce in tal senso. Ha battuto sul vetro dell'auto, sulla collanina di Gabriele, sul suo corpo e poi nuovamente, uscendo, sulla collanina. Mentre la rete metallica risulta solo compatibile col proiettile, in pratica non significa niente. Poi ci sono quattro testimoni che dichiarano di aver visto l'agente mentre sparava ad altezza d'uomo. Una follia.

E' giusto che l'imputato, accusato di omicidio volontario, non sia stato sospeso dal servizio?

Sono sbigottito per questa decisione. Com'è possibile che un agente di pubblica sicurezza a distanza di un anno dal fatto non abbia avuto neanche un provvedimento disciplinare interno? C'è tanta amarezza. In Italia per far emergere una verità ci vuole un grande sforzo comunicativo. Sul caso Sandri non è ancora stata fatta giustizia.

Nel suo libro parla di depistaggio mediatico dell'episodio. Che intende dire?

Il fatto accade alle 9,18. Dopo un'ora era già chiara la dinamica. Ma alle 11,30 esce il primo lancio di un'agenzia che diffonde una notizia falsa: la morte di un ultrà a seguito di scontri tra opposte fazioni. Un secondo lancio, due ore dopo, parla invece di uno sparo di un agente a seguito di fronteggiamenti tra un gruppo e la polizia. Si nasconde in tutti i modi la verità. I media per 24 ore spostano il tema del dibattito: nei programmi televisivi e radiofonici discutono di stereotipi, della violenza degli ultrà. Che nel caso Sandri non c'entra niente. Neanche una parola sul colpo sparato ad altezza d'uomo dal poliziotto. Alle 18, quando l'intero paese è in subbuglio con vari problemi d'ordine pubblico e stadi in rivolta, il questore di Arezzo in una conferenza stampa ammette due colpi sparati in aria da Spaccarotella. Non esprimendo, però, legami diretti con la morte di Gabriele. Non è stato nemmeno permesso ai giornalisti di fare domande.

Il giorno dopo, a freddo, i media hanno «confessato» l'accaduto?

Macché, l'omicidio Sandri cade nel dimenticatoio. E' una notizia scomoda e da occultare. Prima i media hanno depistato, poi fatto calare il silenzio. Domani (oggi, ndr) sarà però difficile tacere. Sono molte le iniziative in ricordo di Sandri.

Tante infatti sono le persone che si stanno mobilitando per non far cadere nel dimenticatoio la vicenda.

Tifosi, amici, familiari, associazioni di volontariato stanno lavorando per far emergere la verità. Dal basso, dalla cittadinanza civile, è nata una reazione. Sul web sono nati tanti siti ad hoc che coinvolgono migliaia di persone. Tutti in attesa della giustizia che verrà, spero, dalle aule dei tribunali.

Il tam-tam su internet e tra i tifosi c'è stato anche per organizzare, sempre l'11 novembre dello scorso anno, l'assalto al Coni e a una caserma.

E' stata un'azione violenta che in Italia non si era mai registrata prima: l'assalto alle caserme non veniva fatto nemmeno ai tempi del terrorismo. Però bisogna analizzare due fattori. Per quale motivo, visto che a Roma stava serpeggiando da diverse ore una sorta di rabbia spontanea tra le fasce giovanili, si è atteso fino all'ultimo per la sospensione del posticipo serale Roma-Cagliari? Seconda osservazione: una volta che si stavano prefigurando i primi concentramenti vicino allo stadio Olimpico, per quale motivo non c'era una presenza cospicua delle forze dell'ordine? La zona era in mano a chi si è lasciato andare ad atti di violenza.

Quindi che vuol dire? Che è stata orchestrata una trappola agli ultrà violenti?

L'interpretazione dei fatti non è il mio mestiere e la lascio a qualcun altro. Ribadisco solo che lo stadio stranamente non era presidiato. Lo denunciano gli stessi corpi della polizia municipale. Ciò deve far riflettere.
 
 
 
 
Ultimo aggiornamento ( Lunedì 17 Novembre 2008 14:53 )
 
La Voce della Nord PDF Stampa E-mail
Lunedì 27 Ottobre 2008 12:35

          

 

 

 

Ultimo aggiornamento ( Lunedì 27 Ottobre 2008 12:47 )
 
CALCI E PAROLE: SANDRI, UN LIBRO PER NON DIMENTICARE PDF Stampa E-mail
Lunedì 27 Ottobre 2008 12:26
   

di Marco Perciabosco - Redazione RealSports.it

Roma 04/10/08

 

Sono passati quasi undici mesi dal quel tragico 11 novembre 2007, da quella maledetta mattina in cui un poliziotto sparò a un tifoso laziale nei pressi di Arezzo. E proprio "11 Novembre 2007" è il titolo del libro-verità che Maurizio Martucci, 35 enne romano laureato in Storia Contemporanea all'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", ha scritto in memoria di Gabriele Sandri, vittima sacrificale di un incredibile fatto di cronaca nera, che, come puntalizzerà fin da subito l'autore, nulla ha a che fare con il mondo del calcio, ne tantomeno con quello della violenza negli stadi.

Lo scorso venerdì si sarebbe dovuto aprire il processo ai danni di Luigi Spaccarotella, agente della Polizia Stradale, dalla cui pistola partì il colpo che attraversò ben sei corsie dell'Autostrada del Sole, s'infilò nel vetro sinistro posteriore di una Megan Scenic e colpì mortalmente al collo, il povero Gabriele Sandri, che alle 9,18 di quella domenica mattina, mentre si stava recando a Milano per la partita della sua Lazio contro l'Inter, morì in un modo tanto tragico quanto inspiegabile.
Ultimo aggiornamento ( Lunedì 27 Ottobre 2008 12:34 )
Leggi tutto...
 
LAZIO-SANDRI Un Libro per non Dimenticare. PDF Stampa E-mail
Domenica 05 Ottobre 2008 18:56

Sono passati quasi undici mesi dal quel tragico 11 novembre 2007, da quella maledetta mattina in cui un poliziotto sparò a un tifoso laziale nei pressi di Arezzo. E proprio "11 Novembre 2007" è il titolo del libro-verità che Maurizio Martucci, 35 enne romano laureato in Storia Contemporanea all'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", ha scritto in memoria di Gabriele Sandri, vittima sacrificale di un incredibile fatto di cronaca nera, che, come puntalizzerà fin da subito l'autore, nulla ha a che fare con il mondo del calcio, ne tantomeno con quello della violenza negli stadi.

Lo scorso venerdì si sarebbe dovuto aprire il processo ai danni di Luigi Spaccarotella, agente della Polizia Stradale, dalla cui pistola partì il colpo che attraversò ben sei corsie dell'Autostrada del Sole, s'infilò nel vetro sinistro posteriore di una Megan Scenic e colpì mortalmente al collo, il povero Gabriele Sandri, che alle 9,18 di quella domenica mattina, mentre si stava recando a Milano per la partita della sua Lazio contro l'Inter, morì in un modo tanto tragico quanto inspiegabile.

Il libro ripercorre quella "giornata buia della repubblica", inframmezzando i racconti della vita di un giovane come tanti, con fondameti di sociologia, di scienze della comunicazione e di giurisprudenza, andando ad analizzare i "come" e i "perchè" di quel collasso mediatico che colpì istituzioni e mezzi di informazione.

I primi capitoli sono dedicati alla vita quotidiana di Gabriele, 26 enne romano del quartiere Balduina (zona nord di Roma), che portava nel cuore due passioni: la musica, quella che accompagnava le sue serata da Dj e la Lazio. Dalle sane serata in discoteca (il Piper e altri locali della capitale, le feste della Versilia, della Sardegna o di Cortina D'Ampezzo) dove tutti lo conoscevano per il suo talento, per la sua disponibilità e per il suo sorriso come "Gabbo Dj", fino alla genuina passione per i colori biancocelesti.

Con la Lazio nel cuore, era partito il mattino presto di quella infausta domenica assieme ad un gruppo di amici. Quell'SMS al suo amico Lorenzo De Silvestri (21 enne terzino della squadra capitolina): "Dajè Lò, ho appena finito di suonare. Come al solito in partenza per condurvi alla vittoria. Sempre con voi!"
Ultimo aggiornamento ( Mercoledì 08 Ottobre 2008 08:47 )
Leggi tutto...
 
<< Inizio < Prec. 1 2 3 Succ. > Fine >>

Pagina 2 di 3
 
template design: at-design.it - powered by: magimax