CASO SANDRI: LA GIUSTIZIA È UGUALE PER TUTT I? Stampa
Domenica 22 Novembre 2009 13:43

Due anni sono trascorsi dalla mattina dell'11 Novembre 2007, giorno in cui perse la vita il giovane tifoso laziale Gabriele Sandri. Ventiquattro mesi anzi ventuno per la precisione sono bastati perchè il suo uccisore, l'agente della Polizia Stradale Luigi Spaccarotella, venisse giudicato dalla Corte di Assise di Arezzo. Il processo va avanti, ma intanto è arrivata la prima delle sentenze quella di primo grado. Coloro che si aspettavano un verdetto esemplare, in particolare gli amici e i parenti del giovane ucciso,  sono rimasti delusi, perchè Spaccarotella ha ricevuto “solo” sei anni. “Solo”, perchè, pensando alla gravità del fatto, un agente che spara in autostrada uccidendo una persona, si poteva ragionevolmente pensare che gli anni di condanna sarebbero stati molti di più. Invece la giustizia italiana ha dimostrato come anche gli atti più incredibili possano trovare in sede dibattimentale, una spiegazione  diversa rispetto a quella iniziale. Un caso che probabilmente sarà destinato a fare giurisprudenza. Una volta di più è stato ricordato a quanti invochino nell'immediatezza di un reato la certezza della pena, che un imputato deve essere considerato ai sensi dell'articolo 27 della Costituzione, come presumibilmente innocente fino all'ultimo grado di giudizio. Ma in  questo caso, con lo stesso imputato che dichiara di aver sbagliato e quindi ammette la sua colpevolezza, quale innocenza poteva essere invocata? Esistono forse diversi tipi di innocenza?

Il codice prevede anche come punizione immediata per un imputato data la gravità del reato commesso, la cosiddetta custodia cautelare (o carcerazione preventiva), che si applica affinchè venga meno il rischio che un imputato, nei cui confronti pendono già gravi indizi di colpevolezza, nell'arco di tempo che intercorre tra l'apertura e la chiusura di un processo, possa commettere lo stesso oppure altri reati.

Quando poi l'imputazione iniziale, cioè il reato ipotizzato dal Pubblico Ministero, è quello di omicidio volontario, in molti casi ma evidentemente non tutti, l'arresto dovrebbe essere immediato. Non tutti perchè, come dimostrato in questo processo, ci possono essere delle eccezioni. Una delle quali si chiama appunto Luigi Spaccarotella, agente della Polizia Stradale che  sebbene imputato di omicidio volontario, ha potuto e può aspettare la fine del processo restando a piede libero, cioè a casa sua e insieme ai suoi cari.

In questo caso quindi il metro di valutazione utilizzato dalla magistratura, quella inquirente e quella giudicante, è stato  “garantista”. Che significa?

Significa che dalla magistratura è stato rispettato, il principio, già sancito dalla Costituzione, che un individuo possa anche non essere colpevole. In questo caso però l'imputato stesso aveva ammesso subito dopo il fatto, di aver sbagliato e quindi di essere colpevole, forse in maniera non dolosa, quindi volontaria, ma colpevole.

L'arresto, infatti, come previsto dal codice di procedura penale può essere invocato e previsto se sussitono tre requisiti: pericolosità sociale, pericolo di fuga e rischio di reiterazione del reato. In questo caso erano invocabili?

Luigi Spaccarottella aveva anche aggiunto di non sentirsi un “pistolero”, ma semplicemente “un cretino”, che aveva commesso un errore.

É stato veramente difficile quindi  per i bravi avvocati di Luigi Spaccarotella dimostrare che il loro assistito avesse impugnato la pistola senza l'intento di voler sparare verso la macchina nella quale era presente la sua vittima. Spaccarotella stesso, smentendo i suoi accusatori e cioè i testimoni del processo, ha più volte detto di non aver mirato alla macchina e che il colpo è partito per sbaglio.

Malgrado al processo e quindi sotto giuramento, ci fosse stato chi, presente sul luogo, abbia affermato che l'imputato avesse sparato prendendo la mira. Sarebbe stata la deviazione quindi ad aver ucciso Gabriele Sandri, perchè l'intento di Spaccarotella, sparando, era solo quello di fermare la macchina. In ossequio al regolamento disciplinare e prima ancora al codice deontologico della polizia, che per fermare una macchina prevede che si possa anche sparare quando la vettura è a distanza e come in questo caso, sul lato opposto della carreggiata.

 Ma il codice dice proprio questo? Assolutamente no.

E allora, se il regolamento non lo prevede, perchè Luigi Spaccarotella non è stato allontanato dal servizio, ma come invece scritto da alcuni giornali, reintegrato in servizio?

Quali sono i requisiti che un agente di polizia deve possedere, oltre a quelli di saper utilizzare le armi possedute in dotazione?

E ancora, nella Polizia di Stato, organismo preposto alla sicurezza degli individui, ci può essere spazio per coloro che si autodefiniscono “cretini”?

di Simone Nastasi

Ultimo aggiornamento ( Domenica 22 Novembre 2009 13:51 )