INTERVISTA ALL’AVVOCATO CRISTIANO SANDRI Stampa
Martedì 20 Gennaio 2009 16:42

by Simone Nastasi

 È trascorso oltre un anno da quel giorno, l’11 Novembre, in cui perse la vita Gabriele Sandri. Una data che il destino ha voluto scolpire per sempre nella memoria di quanti a Gabriele volevano bene. Ucciso da uno scellerato colpo di pistola esploso da un agente della Polizia stradale, che si chiama Luigi Spaccarotella. Ha trenta due anni ed è padre di famiglia. Dell’assassino si conosce soltanto questo. Né chi sia realmente, né quale volto abbia. Perché per oltre un anno Luigi Spaccarotella ha vissuto all’ombra delle istituzioni. Le stesse di cui fa parte, perché membro della Polizia di Stato. E le stesse, la magistratura, dalle quali è accusato e dovrà essere giudicato. In fondo anche questo è un paradosso. Lo Stato che processa un suo uomo, che ha sbagliato, ma che resta sempre un suo uomo. Forse per questo Luigi Spaccarotella è ancora a piede libero. Per questa strana forma di “patriottismo”, in nome della quale la ragion di Stato deve sempre essere tutelata. Godendo di privilegi assoluti, che ai “comuni mortali” non sarebbero mai concessi. Tra questi la facoltà di non comparire in aula di tribunale, dove è peraltro l’imputato è chiamato a rispondere di un reato tra i più gravi, riconosciuti dal codice penale. Ma questo potrebbe anche essere un dettaglio, considerando che le norme in questione prevedono anche il diritto ad essere processato in contumacia, ossia quindi, senza l’obbligo di presentarsi in aula. Verrebbe se mai da chiedersi perché questa persona di anni trentadue non abbia mai voluto presentarsi fisicamente davanti agli occhi di mamma Daniela o papà Giorgio, i genitori di Gabriele, che per giorni hanno aspettato una visita che non è mai arrivata. O perché abbia soltanto inviato per interposta persona, un messaggio tardivo di scuse soltanto pochi giorni dopo la prima data del processo, il 25 settembre. Qualcosa che a molti è sembrato come un gesto assolutamente funzionale alla sua posizione processuale. Certamente poco rispettoso del dolore di un’intera famiglia, che per colpa di una follia arbitraria ha perso anzitempo una persona cara. Tra questi il fratello di Gabriele, Cristiano, che è soltanto un anno più grande di Luigi Spaccarotella. Nella vita è un avvocato del Foro di Roma, ed oggi, come altre volte nella sua vita, è in prima linea, per adempiere al dovere, che madre natura gli ha prima di tutto assegnato. Quello di difendere il fratello più piccolo. Una difesa strana questa. Perché l’imputato non è Gabriele. E perché lui della sua difesa purtroppo non potrà più beneficiare. Almeno non direttamente. A beneficiarne, se questo può essere un termine corretto, saranno invece coloro che oggi piangono nella memoria di Gabriele. I genitori, i parenti, gli amici cari. E perché no, anche tutti coloro che sebbene non conoscessero direttamente “ Gabbo” hanno voluto  almeno una volta, portare i loro omaggi, la loro solidarietà, il loro affetto. Tutti nessuno escluso. Ma soprattutto ad uscire vincitrice da questa storia assurda e tragica, dovrà essere il ricordo di un ragazzo di ventisei anni, che mai dovrà essere sporcato. Quello di un giovane sorridente, che amava vivere in sintonia con le sue passioni. Senza eccessi, come invece qualche idiota ha provato in passato ad insinuare, forse con l’intento di attenuare le responsabilità di chi lo ha ucciso. Cristiano Sandri è nel suo ufficio, alle prese, come tutti i giorni, con la sua vita di avvocato, malgrado tutto. Aspetta la chiamata del Comune di Roma, insieme al quale a giorni verrà inaugurato il Comitato “Gabriele Sandri”. Una struttura di sostegno alla precedente Fondazione, già creata dall’amministrazione precedente. Un altro attestato di solidarietà istituzionale, che conferma quanto di buono è stato detto e scritto su Gabriele. Nel suo nome contro ogni violenza. Lo sguardo di Cristiano è quello di sempre. Pulito ed emozionato allo stesso tempo, con quella tonalità di voce flebile che lo ha sempre contraddistinto. Dietro la quale si cela l’immagine forte dell’avvocato penalista, con quella dignitosa del fratello sofferente. 


Avvocato Sandri, da quel “maledetto” 11 Novembre cosa è successo?

In che senso.

Mi spiego. Quale è ad oggi la posizione dell’imputato, l’agente Luigi Spaccarotella?

“La posizione dell’imputato è quella di rispondere di omicidio volontario. Il Pubblico Ministero non ha reso opportuno chiedere le misure cautelari. L’agente che ha ucciso Gabriele è tutt’ora in libertà. È stato usato un metro garantista, mai utilizzato in altre occasioni. Noi, in attesa di conoscere la strategia difensiva, ci costituiremo parte civile. Per rispondere alla domanda iniziale, quella inerente a cosa sia successo all’imputato, la risposta più corretta è assolutamente niente.”

Avvocato, perché, secondo il codice e la procedura penale, ci sarebbero i presupposti per invocare la custodia cautelare?

“Perché la gravità del fatto è tale da essere indicatrice di misura cautelare.”

Per spiegare anche a chi legge, avvocato, vogliamo indicare i requisiti e cosa sia in sintesi la custodia cautelare?
“La custodia cautelare è una misura restrittiva che viene impiegata ai danni dell’imputato. Ai fini delle indagini, la persona, viene sottoposta ad una restrizione della libertà, che può esplicarsi in diverse forme. Il carcere, che in questo caso sarebbe legittimo, la detenzione domiciliare, l’obbligo di firma.”

Quali sarebbero invece i requisiti che ne richiamano la richiesta?

“Sono tre. Il rischio di reiterazione del reato, l’inquinamento di prove e il pericolo di fuga.”

Cosa è successo in questo caso?

“In questo caso l’imputato ha beneficiato di un’esclusione dei suddetti, in maniera anche piuttosto sorprendente.”

Perché questa esclusione?

“ C’è stato un discrimine a favore di colui che si è macchiato del fatto.”

In Grecia, avvocato, abbiamo assistito ad un evento similare. Dico similare, perché la morte dello studente di 15 anni ucciso da agente, è avvenuta in un contesto assolutamente diverso. Durante una manifestazione, mentre Gabriele è morto in macchina, all’interno di una piazzola. Resta comunque la gravità di un gesto che ha portato la morte di un ragazzo giovanissimo. L’atteggiamento istituzionale è stato totalmente diverso. Dimissioni del Ministro dell’Interno, arresto per l’agente che ha commesso il fatto. Verrebbe da dire una lezione di democrazia. È d’accordo?

“In Grecia, non solo è stato arrestato l’agente ma anche chi era con lui. In Italia, se pensiamo a cosa hanno dichiarato i colleghi dell’agente che ha ucciso. Che hanno visto sparare in aria. Poi ad ognuno lascio il suo giudizio.”

Avvocato, oltre la contumacia nel processo, ( diritto previsto che permette all’imputato di essere giudicato senza essere presente in aula), anche quella nei vostri confronti. Questa persona, voi, la famiglia, non l’avete mai vista?

“Questa persona non solo non si è mai fatta vedere. Ha avuto il coraggio, non direttamente, di far pervenire delle scuse, guarda caso pochi giorni dopo la prima tappa processuale del 25 settembre.”

Come è stato giudicato il gesto?

“Come assolutamente funzionale alla sua posizione processuale. Peraltro fanno intendere la personalità dell’imputato che non ha mai provato ad avvicinarsi.”

Le istituzioni invece come hanno reagito? Quale è stato il loro comportamento nei confronti della famiglia Sandri?

“Di concreto non abbiamo avuto nulla. Tranne l’assunzione di responsabilità di Manganelli, il capo della Polizia, e le parole di conforto del Presidente della Repubblica, Napolitano.”

È nata però la Fondazione Gabriele Sandri, e a giorni nascerà il Comitato. Qual è la finalità di queste strutture?

“La Fondazione è nata nell’immediatezza del fatto, con il sindaco Veltroni. Con Alemanno sta nascendo invece il Comitato. Venerdì ( l’intervista è stata effettuata a due giorni dalla nascita del Comitato “Gabriele Sandri”), sarà formalmente costituito davanti ad un notaio presso il Campidoglio. Sarà un organo chiamato a raccogliere i fondi necessari per le attività della Fondazione.”

Quali saranno i settori ai quali si rivolgeranno le iniziative di queste due strutture?

“ Un settore privilegiato saranno certamente i giovani. In particolar modo quei ragazzi che hanno la propensione purtroppo ad una vita non sempre equilibrata. Gabriele era un ragazzo sano, per questo le iniziative saranno portate avanti in questa direzione. Verranno comunque studiate operazioni utili alla società, nel suo insieme.”

Avvocato Sandri, sappiamo che Gabriele era oltre che un dj ed un appassionato di calcio, anche uno sportivo. Con un passato da calciatore dilettante. Ci può ricordare qualcosa del suo modo di stare in campo?

“Gabriele è vero era anche uno sportivo. Questo mi dispiace dirlo, ma è stato un aspetto che dalla stampa è stato poco considerato. È stato un giocatore di calcio di buon livello. Arrivando fino all’Eccellenza, dopo aver vestito anche le maglie delle Rappresentative giovanili.”

Qual’era a questo punto il suo ruolo in campo? E che tipo di giocatore era?

“Il suo ruolo era quello di attaccante. Giocava come seconda punta. Era un giocatore generoso, correva molto, in campo era soprattutto molto altruista. A questo proposito mi preme ricordare che qualche giorno fa, è stato organizzata un ‘iniziativa bellissima in suo nome. Un torneo organizzato dal Presidente della sua ex squadra la Vis Aurelia, Fiorentini, che ha visto partecipare tra le altre Vis Aurelia e Tor de’ Cenci.”

Quale messaggio, nel ricordo di “Gabbo”, sentirebbe di rivolgere ai tanti giovani che oggi praticano il calcio, o lo sport in generale.?


“Mi dispiace ma non mi sento affatto un predicatore. Posso dire soltanto ai ragazzi, a quelli che sono stati solidali ma anche a tutti gli altri, quanto sia importante il valore della vita. Viverlo nella maniera più giusta sarebbe il modo migliore per ricordare Gabriele.”


(Simone Nastasi).

Ultimo aggiornamento ( Martedì 20 Gennaio 2009 16:51 )