Intervista a Cristiano Sandri Stampa
Lunedì 02 Febbraio 2009 12:34

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Tifoso ucciso, il fratello di Sandri: 
«Una giapponese vide poliziotto mirare»


Cristiano Sandri
ROMA (31 gennaio) - «Una guida turistica giapponese è la testimone che ha messo a verbale che l'agente Spaccarotella prima di sparare ha mirato per circa 10 secondi. Lei usciva dall'autogrill e lo ha visto bene». Lo ha detto Cristiano Sandri, fratello di Gabriele il giovane tifoso laziale ucciso da un poliziotto in un'area di sosta dell'A1 vicino a Arezzo, intervenendo stasera ad Anzio alla presentazione del libro di Maurizio Martucci "11 Novembre 2007. L'uccisione di Gabriele Sandri. Una giornata buia per la Repubblica".

«Non è detto che tutti coloro che lavorano nelle forze dell'ordine siano in grado di difendere i cittadini - ha aggiunto il fratello di Sandri -. Chi valuta preparazione e stato psico-attitudinale ad usare un'arma? Non abbiamo mai avuto scuse da chi si è macchiato del delitto di mio fratello. Dopo l'annullamento della prima udienza preliminare abbiamo solo sentito un'intervista telefonica in cui Spaccarotella ci chiedeva scusa, solo con l'evidente intento di accattivarsi l'opinione pubblica».

Cristiano racconta che «invece il capo della polizia Manganelli ha fatto un'assunzione di responsabilità senza se e senza ma. Ora Spaccarotella è stato sospeso dal servizio, ma quello era un atto dovuto dato che è stato rinviato a giudizio per omicidio volontario. Non ci hanno fatto un favore». Presenti molti giovani dell'Associazione Culturale Libertà e Azione, che ha organizzato l'incontro, e tifosi di Lazio, Anziolavinio e Latina. «Voi - ha concluso Cristiano Sandri - dovete essere i guardiani di questa sentenza».

 

Ultimo aggiornamento ( Lunedì 02 Febbraio 2009 12:38 )