I testimoni: agente sparò con due mani a braccia tese Stampa
Sabato 28 Marzo 2009 02:08

 

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Un testimone ha visto il poliziotto a gambe divaricate, braccia tese, impugnare la pistola con due mani, e poi ha udito lo sparo, l'altro lo ha visto a braccia tese e ha assistito allo sparo. È quanto è stato raccontato in aula da due testimoni d'accusa, l'imprenditore Fabio Rossini e un suo dipendente, Fabrizio Galilei, che l'11 novembre del 2007 videro il poliziotto Luigi Spaccarotella nei momenti in cui venne ucciso il tifoso laziale Gabriele Sandri.

Rossini ha ricordato il poliziotto che «correva, cercava la posizione, aveva entrambe le braccia tese, impugnava l'arma con entrambe le mani: ho un flash, ho visto la fumata bianca dopo lo sparo». Poco più tardi, rispondendo al pm che gli ricordava che nella testimonianza resa i giorni successivi all'omicidio non aveva specificato se l'agente sparasse con due mani, Rossini ha risposto: «Ho la visione di braccia tese parallele al terreno, non sono in grado di specificare se impugnasse la pistola con due mani».
Un dettaglio che invece è rimasto impresso all'altro testimone, Fabrizio Galilei. «Ho visto il poliziotto che iniziava a puntare - ha raccontato - Aveva le gambe divaricate e le braccia parallele al suolo. Teneva la pistola con due mani. Capivo che puntava un'automobile. Poi sono entrato nell'autogrill e ho sentito lo sparo, ma io non potevo più vedere cosa stesse succedendo». Galilei ha poi aggiunto di aver visto nelle fasi precedenti allo sparo un'auto chiara parcheggiata nell'area di servizio della parte opposta con alcune persone vicine. Rispondendo alle domande del pm ha detto di non sapere se al momento dello sparo il veicolo fosse in movimento.

 

Ultimo aggiornamento ( Martedì 31 Marzo 2009 14:20 )